Il Sindacato Sociale di Base dalla sua nascita si è impegnato con convinzione nella difesa degli spazi di democrazia nella scuola rilanciando la partecipazione attiva del personale. Si è altresì impegnato a fondo contro la deriva autoritaria e militarista presente nella scuola e nella società. Così come da subito siamo intervenuti in difesa del popolo palestinese la cui dignità nell'affrontare due anni ininterrotti di sterminio ci ha ricordato che la storia la fanno i popoli risvegliando anche le nostre coscienze. Per questo salutiamo con emozione le proteste che in queste settimane hanno animato tutto il nostro paese: sit-in nei presìdi ospedalieri, blocchi disseminati dei portuali, proteste dei vigili del fuoco, alta adesione agli scioperi tra i lavoratori del trasporto pubblico, del settore privato, da parte del personale delle autostrade, tra i lavoratori delle scuole e delle università, nelle banche e nelle carceri.
Da anni non si vedevano i lavoratori impugnare la loro arma più forte, quella dell'astensione dal lavoro, strumento fondamentale di trasformazione dei luoghi di lavoro in senso partecipativo e democratico: un'azione forte di blocco che vuole mettere in moto un meccanismo di solidarietà ma anche di autodeterminazione, dopo anni di torpore e di ricatti. Contemporaneamente anche gli studenti medi e universitari stanno attuando forme di lotta, anche attraverso il blocco totale della didattica, per mettere al centro le questioni dello stop al genocidio in Palestina, della solidarietà internazionale tra i popoli, del no alla guerra, accompagnate da una riflessione lucida sulle condizioni sempre più aziendalistiche e privatistiche in cui versa il settore dell'Istruzione e della formazione.
Riteniamo pertanto, in quanto lavoratori della scuola, che in questo momento sia necessario:
Ma crediamo ci sia un'altra questione fondamentale.
Ci preme infatti sottolineare come anche nel mondo della scuola i lavoratori e le lavoratrici (e anche le componenti studentesche) vengono schiacciati da una riduzione sistematica degli spazi di democrazia. Nonostante le belle parole sull'educare allo spirito critico, nelle scuole è sempre più difficile poter dissentire, porre dubbi, votare in maniera sfavorevole al Dirigente Scolastico e i Collegi Docenti sono sempre più blindati e asfittici. Spesso perfino componenti della RSU, che dovrebbero tutelare il personale, sono invece parte integrante dello staff dirigenziale. La didattica tende ad essere sempre più standardizzata, gli obblighi di lavoro del personale docente ed Ata aumentano vertiginosamente spesso con ordini impropri e non scritti ma semplicemente imposti e calati dall'alto come se fossero ordini indiscutibili. A tutto ciò si aggiunga una endemica mancanza di personale con relativo aumento del carico di lavoro e del precariato (270.000 precari solo in questo anno scolastico).
La situazione già disastrosa in cui versa la scuola subirà un ulteriore peggioramento con i soldi pubblici che saranno sempre più dirottati verso le spese militari.
È necessario, quindi, continuare il nostro impegno in difesa della pace e della scuola pubblica lottando con coerenza ogni giorno nei nostri luoghi di lavoro.