L’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università nasce per monitorare e denunciare l’attività di militarizzazione nelle scuole e, in un secondo momento, anche delle università. L’iniziativa è nata in seguito ad una serie di convegni promossi dal CESP (Centro Studi per la Scuola Pubblica), finalizzati a denunciare il costante incremento delle spese militari e della circolazione di armi in un contesto internazionale nel quale la guerra nucleare più che mai si profila purtroppo come possibile nefasto orizzonte. Fanno parte dell’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università numerose associazioni e singole persone.
I/le firmatari/e dell’appello, che ha costituito l’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università, si prefiggono una decisa e costante attività di denuncia di quel processo di militarizzazione delle nostre istituzioni scolastiche già in atto da troppo tempo. Le scuole e le università stanno sempre più diventando terreno di conquista di una ideologia bellicista e di controllo securitario che si fa spazio attraverso l’intervento diretto delle forze armate (in particolare italiane e statunitensi) declinato in una miriade di iniziative tese a promuovere la carriera militare in Italia e all’estero, e a presentare le forze armate e le forze di sicurezza come risolutive di problematiche che sono invece pertinenti alla società civile.
Questa invasione di campo vede come protagonisti rappresentanti delle forze militari addirittura in qualità di “docenti”, che tengono lezioni su vari argomenti (dall’inglese affidato a personale NATO a tematiche inerenti la legalità e la Costituzione) e arriva a coinvolgere persino i percorsi di alternanza scuola-lavoro (PCTO) attraverso l’organizzazione di visite a basi militari o caserme. Il tutto suffragato da protocolli di intesa firmati da rappresentanti dell’Esercito con il Ministero dell’Istruzione, gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali e le singole scuole.
Smilitarizzare le scuole e l’educazione vuol dire rendere gli spazi scolastici veri luoghi di pace e di accoglienza, opporsi al razzismo e al sessismo di cui sono portatori i linguaggi e le pratiche belliche, allontanare dai processi educativi le derive nazionaliste, i modelli di forza e di violenza, l’irrazionale paura di un “nemico” (interno ed esterno ai confini nazionali) creato ad hoc come capro espiatorio. Smilitarizzare la scuola vuol dire restituirle il ruolo sociale previsto dalla Costituzione italiana.